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martedì 15 ottobre 2013

Il lato femminile dell'informatica

postato da Federica

Portrait of Ada Lovelace by Masha Falkov


Spesso mi capita di sentire donne super creative fare questa affermazione: “ Io per l'informatica, computer e simili sono negata”.
Di istinto arriccio il naso: non credo possibile che una donna sia negata per l'informatica, semplicemente le hanno sempre proposto il lato maschile di questa materia, quello fatto di codici e numeri. Penso, invece, che a noi serva semplicemente (ri)scoprirne il lato femminile.
Dato che l'informatica ha avuto una mamma fantastica, alla fine non riesco mai a trattenermi dal raccontare la sua storia. E siccome oggi è la sua festa, la racconto anche a voi ;)

Siamo nell'Ottocento e una bimba, Ada, cresce senza aver mai conosciuto suo padre e sentendosi ripetere in continuazione che non deve occuparsi di poesia perché altrimenti morirà pazza.
Ada è la figlia del poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabelle Milbanke.Temendo che troppa creatività possa nuocere alla figlia, la madre la costringe a studiare per lo più materie scientifiche, formule e algoritmi, nessuno spazio per la fantasia.

La verità, però, è che se sei creativa lo sei e lo sarai sempre. Per Ada le formule matematiche diventano un mondo magico popolato da gnomi e folletti, decora le mura delle materie scientifiche coi vivaci colori della fantasia e fa convivere armoniosamente dentro di sé i due mondi.
Diventa una famosa matematica, o meglio “ un'incantatrice di numeri” ( non è una definizione stupenda?) ,si sposa e prende un bellissimo cognome “Lovelace”.
Ad un convegno incontra, Babbage, matamatico che ha costruito un calcolatore, peccato che non abbia ancora trovato l'algoritmo per farlo funzionare.
Ada inizia a lavorarci, si scambia un po' di opinioni con Babbage e col torinese Federico di Meneabrea - e sì, in mezzo a questa storia c'è anche Torino ;) - e proprio lei scrive l'algortimo per la macchina.
E' il primo “programma” per un calcolatore ( antenato del pc).
Una donna, la stessa che vedeva folletti nelle formule, con la sua creatività ha dato vita non solo ad un programma, ma ad un nuovo mondo.
E con la sua visione femminile dell'informatica, a metà Ottocento, Ada immagina che un giorno il calcolatore farà arte, musica, lettereratura... Insomma, quello che facciamo noi oggi.

Quando guardo il pc mi piace pensare che sia un mix di numeri e fantasia. Chi vuole tenersi i numeri si tenga i numeri, io mi tengo la fantasia! 
L'informatica è un gioco adatto a tutti, dovete solo trovare il vostro modo di “essere” informatiche: immaginate folletti che vi aiutino, e se i folletti non vi bastano ci sono la doula e Enrica che possono aiutarvi concretamente.


Buon Ada Day a tutte!

P.s: Dimenticavo...Secondo me Ada è assolutamente una donna C+B! Creativa + Bella, Capace + Brava, ha fatto della sua passione un lavoro...  Insomma, se oggi fosse viva  scriverebbe per loro.

venerdì 11 marzo 2011

The Ice Book


Ho una discreta pila di libri che vorrei rendere protagonisti di alcuni post, magari ricominciando a partecipare all'iniziativa de "Il venerdì del libro" di Paola.
Nel frattempo vi post il link di un video molto particolare, un libro pop-up che al suo interno racchiude una storia "teatrale"....
Io sono rimasta affascinata dalla mescolanza di tecniche utilizzate e dal risultato unico e delicato.

Il progetto nasce dalla creatività dei coniugi McGuire. 
Attraverso giochi di luce e tecniche di animazione, raccontano la storia di una principessa che invita nel suo mondo un giovane, affinché riscaldi il suo cuore di ghiaccio.


THE ICE BOOK




Qui potete trovare ulteriori informazioni.

In futuro spero di creare con la Ciuccetta  un libro-pop-teatrale,  in tanto viaggio con la fantasia ;o)

martedì 12 ottobre 2010

The Rebozo Way Project


Portare i piccoli è naturale.
Spesso però questa pratica appare, agli occhi dei più, una novità o una stranezza e diventa necessario spiegare l'importanza di questa scelta.
Io mi ritengo fortunata perché non ho dovuto ripetere lo spiegone a tutti i parenti. Per i nonni e gli zii questa "usanza messicana" era nota, tant'è che quando la zia B. ci ha viste fasciate ha esclamato : "Io ho dei Rebozos, ne vuoi uno?".
Il Rebozo è uno scialle messicano, di diverse forme e fatture, che termina con delle frange e spesso viene utilizzato per portare i bimbi.
Così tra fasce e mei tai è arrivato uno scialle lungo 3m, color panna, con ricami tono su tono e tante frange che hanno fatto impazzire i gatti.
Quello che, ai miei occhi, lo rende particolare è proprio il fatto di essere un'indumento e non solo un accessorio per portare. E' lo scialle per andare alle feste, lo scialle per andare in Chiesa, quello con cui ci si scalda, quello nel quale si mette il raccolto, quello che si utilizza per "farsi belle". E, ad un certo punto della vita, diventa anche la culla dei bimbi.

A proposito di rebozo, vi segnalo The Rebozo Way Project, un portale che ha come scopo quello di mantenere viva questa tradizione e, al contempo, diffonde i concetti di attachment parenting e  co-spleeping.

Grazie al consenso di Barbara Wishingrad e a Guadalupe Trueba, nei prossimi giorni vi presenterò la traduzione di un articolo di Gadalupe Medidas para el parto con el rebozoovvero come una fascia possa essere d'aiuto anche durante il travaglio.

giovedì 7 ottobre 2010

Chairless...


Forse il bisogno di "essere contenuti" è un'esigenza anche degli adulti...
Guardate questa fascia .... ;o)




mercoledì 14 luglio 2010

Il segno della Cicogna


Arriviamo da quattro giorni in cui la Ciuccetta ha avuto la febbre a 39.5 e questo caldo umido non ha certo facilitato le cose.
Questa influenza noiosa ci ha però portato un piccolo regalo: un modo di dire inglese.
Spesso i bimbi quando nascono presentano dei piccoli angomi di colore rosso, causati dalla dilatazione dei vasi sanguini, che posso scurirsi se la temperatura aumenta o anche solo se sono accaldati. Non è nulla di preoccupante e, nella maggior parte dei casi, crescendo svaniscono.
In inglese queste macchie vengono dette stork bite. Mi è piaciuta molto la traduzione poetica che ne ha fatto il pediatra: il segno della cicogna.
La Ciuccetta ha un piccolo segno dietro la nuca; ora quando la guardo penso alla magica cicogna che l'ha portata da noi...

P.s: La foto di questo post è stata presa da internet, non ho trovato nessun copyright, ma se per caso avessi infranto qualche diritto per cortesia segnalatemelo; non era nelle mie intenzioni. Grazie.