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martedì 12 ottobre 2010

The Rebozo Way Project


Portare i piccoli è naturale.
Spesso però questa pratica appare, agli occhi dei più, una novità o una stranezza e diventa necessario spiegare l'importanza di questa scelta.
Io mi ritengo fortunata perché non ho dovuto ripetere lo spiegone a tutti i parenti. Per i nonni e gli zii questa "usanza messicana" era nota, tant'è che quando la zia B. ci ha viste fasciate ha esclamato : "Io ho dei Rebozos, ne vuoi uno?".
Il Rebozo è uno scialle messicano, di diverse forme e fatture, che termina con delle frange e spesso viene utilizzato per portare i bimbi.
Così tra fasce e mei tai è arrivato uno scialle lungo 3m, color panna, con ricami tono su tono e tante frange che hanno fatto impazzire i gatti.
Quello che, ai miei occhi, lo rende particolare è proprio il fatto di essere un'indumento e non solo un accessorio per portare. E' lo scialle per andare alle feste, lo scialle per andare in Chiesa, quello con cui ci si scalda, quello nel quale si mette il raccolto, quello che si utilizza per "farsi belle". E, ad un certo punto della vita, diventa anche la culla dei bimbi.

A proposito di rebozo, vi segnalo The Rebozo Way Project, un portale che ha come scopo quello di mantenere viva questa tradizione e, al contempo, diffonde i concetti di attachment parenting e  co-spleeping.

Grazie al consenso di Barbara Wishingrad e a Guadalupe Trueba, nei prossimi giorni vi presenterò la traduzione di un articolo di Gadalupe Medidas para el parto con el rebozoovvero come una fascia possa essere d'aiuto anche durante il travaglio.

venerdì 8 ottobre 2010

Venerdì del libro: "Naranja dulce, limón partido"

Ecco un altro libro con una storia speciale...
Naraja dulce, limon partido è un'antologia di canzoni, indovinelli e filastrocche che appartengono alla cultura messicana.
Il libro, edito nel 1979, in occasione del Año Internacional del Niño,  vuol essere un documento folklorico che raccoglie differenti materiali della tradizione orale messicana.
Questo libro fu donato a  Papà, quando, ancora bambino, si apprestava a far ritorno in Italia , con l'augurio di conservare nel cuore per sempre il Messico e i suoi amici che gli vogliono bene.
Negli anni l'audiocassetta è andate persa, ma il potere dell'oralità ha fatto si che anche la Ciuccetta potesse conoscere queste canzoni.
Di tutto il repertorio, l'unica canzone che anch'io conosco musicalmente è la versione messicana di "Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela..."
Un elefante se balanceaba
sobre la tela de una araña,
como veía que resistía
fue a llmar a otro elefante.
Dos elefantes se balanceaban
sobre la tela de una araña
como veían que resistía
fueron a llamar a otro elefante.
Tres elefantes...


Ancora una volta ringrazio Paola per aver lanciato quest'iniziativa e riporto l'elenco degli altri blog che aderiscono ( se ne scordo qualcuno per favore segnalatemelo!)





Gli altri Venerdì del libro:




venerdì 28 maggio 2010

La Piñata 2


Ecco il necessario per la realizzazione della piñata:
Palloncini
Carta velina o carta crespa colorata
Carta di giornale
Colla ( fatta in casa e quindi “commestibile”)
Una bacinella con poca acqua
Pennelli




Noi abbiamo inoltre utilizzato un telo di plastica. E' servito per ricoprire il pavimento, in modo da lavorare tutti per terra, lasciando ad Arianna libertà di movimento, ma con bimbi più grandi ci si può benissimo appoggiare sul tavolo.
Gonfiare il palloncino, spennellarlo con la colla oppure  fargli uno shampoo di colla ( o meglio uno champù, alla spagnola).
Bagnare poco la carta di giornale e foderare il palloncino continuando con strati di colla e giornale.
Nel nostro caso abbiamo fatto pochi strati perché i destinatari sono tutti bimbi piccoli, quindi deve potersi rompere facilmente.
Lasciar asciugare.




Una volta asciutto ricoprire con carta velina colorata o con carta crespa. Io ed Arianna ci siamo limitate ad attaccare la carta velina, la zia ha anche realizzato delle strisce di carta crespa ( tipo gonnellino hawaiano) e le ha incollate accavallandole una sull'altra.
Quando il tutto sarà asciutto forare il palloncino.
Si possono fare forme differenti, utilizzando il cartoncino. Noi ci siamo limitate ad una forma semplice e riempiremo la nostra piñata di grissini ( x i dolci è un po' presto) ;o) !

mercoledì 26 maggio 2010

La Piñata 1 ( e la colla fatta in casa)


Nell'attesa di preparare dei colori commestibili per Arianna, e provare così a dipingere insieme, ieri si è presentata l'occasione per fare assieme la nostra prima opera “artistica”.
La zia è alle prese con le piñate e quindi abbiamo organizzato una mini sessione nella nostra cucina.
Alla pupetta la cosa è piaciuta molto, tra palloncini, colla e acqua è stata una vera scoperta!
Indubbiamente però la cosa che l'affascinava di più era come la carta velina si strappasse così bene e incredibilmente restasse attaccata alle mani piene di colla ;o) !
La zia ci ha anche raccontato la storia di questa tradizione messicana che ha le sue origini in Cina...
( e noi adoriamo le storie che vanno da una parte all'altra del mondo :o) !
Utilizzata durante la festa del Capodanno cinese, la "sacca" conteneva diverse sementi, augurio per un buon raccolto. Attraverso Marco Polo l'usanza arriva in occidente e prende piede anche in alcune feste popolari italiane ( tipo “ La Pignatta o Pentolaccia”).
In Messico arriva come strumento di evangelizzazione: le viene data la forma caratteristica con 7 beccucci che rappresentano i sette peccati capitali, il bastone con cui bisogna romperla rappresenta la fede e la persona viene bendata perché “la fede è cieca”.
La piñata entra così nella tradizione messicana, come da pentola di coccio e ne esce trasformata, con mille forme e colori come simbolo di festa ed in particolare come gioco per i compleanni dei bambini, riempita non più di semi, ma di dolci e leccornie varie.

La zia ha preparato in casa la colla, con farina e acqua, mi modo che in caso di "assaggio" da parte di Arianna non ci fossero controindicazioni.
Riporto la ricetta per la colla, nel prossimo post l'how to  per la composizione...

1 tazza di farina
6 tazze di acqua
Pentola antiaderente

Aggiungere lentamente l'acqua alla farina fino ad ottenere un composto omogeneo. Portare ad ebollizione e cuocere per circa 10 minuti.